Scrive Damiano
Newletter 3: “I 3 del mese”
3 gennaio 2011
Innanzitutto: buon 2011!
Che sia pieno di tutto, ma soprattutto di salute!!

Dove viviamo…
Cidade Olimpica compie 14 anni
(Alcuni paragrafi sono tratti da un testo di don Daniele Soardo sul contesto sociale di Cidade Olimpica)
Il nostro bairro (quartiere), Cidade Olimpica, conta circa 70mila persone arrivate in poche settimane nel 1996 (anno delle Olimpiadi di Atlanta, da qui il suo nome), in quella che fu la più grande e violenta invasione dell’America Latina (terminata il 29 dicembre 1996). Cos’è un’invasione? Migliaia e migliaia di persone, da un giorno all’altro, occupano un terreno ancora disabitato (a volte di proprietà di industrie o dello stato, con conseguenti scontri) e ci costruiscono sopra case di fango e strade… 60 mila persone arrivate dall’interior del paese (la zona non sul mare), 60 mila persone che non si conoscono. E improvvisamente quello che era terreno vuoto e foresta, diventa città! Oggi il 30% delle case è ancora di taipa, di argilla, e le altre sono di mattoni grezzi (solo mattoni e tegole sul tetto, senza intonaco, senza controsoffitto). In tutte le case è arrivata la corrente elettrica, ma non in tutte c’è l’acqua, esistono dei pozzi, ma non sempre la distribuzione è costante. Non ci sono le fogne ma pozzi a fondo perduto, mentre le acque bianche delle case (lavandini e docce) vengono riversate direttamente in strada. Per questo si formano piccoli rigagnoli nelle vie e dove l’acqua stagna emergono buche enormi!
Solo 3 strade (le principali) sono asfaltate. Il resto delle strade sono ancora di terra, con problemi enormi di circolazione anche a piedi. Non c’è nessuna piazza, nessun luogo di ritrovo comunemente riconosciuto, nessuna biblioteca: solo un reticolo anonimo di strade sconnesse che si intersecano nelle tre principali, formando la città. Nella stagione delle piogge, da gennaio a giugno, le strade di Cidade Olimpica si trasformano in veri e propri torrenti. Mancano quasi tutti i servizi. Ci sono 4 centri di salute, praticamente non funzionanti per mancanza cronica di personale sanitario o di attrezzature o di medicine. Quando c’è l’uno manca l’altro, e la fila della gente in attesa è sempre lunghissima, tanto da far desistere anche i più ben intenzionati. I trasporti con i pullman da e per la città sono sempre affollatissimi e, causa le condizioni delle strade, mai in orario. La realtà è poverissima: l’80% delle famiglie ricevono la borsa famiglia (aiuti finanziari dallo Stato), il 70% vive sotto la soglia definita minima dal governo con il salario minimo di 500 reais (circa 220 euro). La maggior parte delle persone vive di lavoretti informali. Altissima la disoccupazione. In tutta Cidade Olimpica ci sono due scuole fondamentali pubbliche e qualche scuoletta privata. L’abbandono e/o l’evasione scolastica ha indici molto alti. Non ci sono scuole superiori in Cidade Olimpica, quindi i ragazzi dovrebbero andare nella vicina Cidade Operaria, usufruendo del mezzo pubblico. A causa del costo del bus pochi ragazzi possono permettersi di proseguire la scuola dopo l’insegnamento fondamentale.

La chiesa di São Luis, per rispondere alle esigenze pastorali di quest’area, ha istituito nel 2006 la parrocchia Santissima Trindade, affidandola a 4 preti fidei donum veronesi: Padre Daniele e Padre Luca (i primi ad arrivare) e poi nell’ordine di arrivo, Padre Claudio e Padre Orazio (nella foto qui sopra). Nella parrocchia è sorta, due anni fa, la Fondazione Giustizia e Pace si abbracceranno (Fundação Justiça e Paz se Abraçarão - JPA), braccio operativo della parrocchia, per dare una prima risposta agli enormi e irrisolti bisogni sociali di queste persone: droga, violenza sociale (assalti, ruberie), violenza sessuale, spesso intra-familiare, non rispetto degli obblighi scolastici, violenza su bambini e donne. La chiesa, la parrocchia, non può stare con le mani in mano di fronte a tanto degrado!

La parrocchia di Santissima Trindade ha una sede centrale e 7 comunità sparse nel raggio dei 6 km quadrati di Cidade Olimpica. Ogni comunità ha la sua chiesetta (piccolina, semplice, ma funzionale) e un piccolo centro ricreativo-formativo per le attività sociali. La gente può decidere di andare a Messa nella sua comunità o nella parrocchia principale. Ogni comunità ha poi proprie attività, propri gruppi (come una normale parrocchia in Italia), ma tutte dipendono poi dalla grande parrocchia. E ogni anno tutte le comunità si ritrovano i primi di dicembre per decidere le attività per l'anno successivo. I sacerdoti coordinano, ma qui il laicato vive una grandissima forma di corresponsabilità!

BUON 2011!
Damiano, Francesca, Isacco
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