sabato 24 dicembre 2011

Buon Natale 2011 dal Brasile!


Buon Natale!
É passato un anno dalla nostra partenza e siamo già al secondo Natale in terra brasiliana! Se dovessimo scegliere una parola per caratterizzare quest’anno appena passato, diremmo: ACCOGLIENZA!
Accoglienza che abbiamo ricevuto al nostro arrivo e di cui continuiamo a godere ogni giorno entrando nelle case e incontrando le persone:  non deve essere facile aprire le porte della propria casa a gente straniera che nemmeno si conosce, eppure ogni giorno godiamo di questo privilegio e ci sentiamo davvero fortunati per poter essere qui, per poter vivere questa esperienza unica di incontro!
Così come abbiamo ricevuto, stiamo cercando anche di dare: tante persone sono passate per questa casa di Rua 11… chi per rimanere, chi di passaggio, chi in visita, chi per un pranzo o una cena. Le nostre porte sono state sempre aperte anche quando è arrivata Raffaella con tutte le sue difficoltà e il suo pancione che subito si è trasformato in un bambino bellissimo di nome João Vito… e ora con Raimundo, anche lui una strada sconnessa alle spalle con solo 6 anni di vita, un’infanzia rubata e privata di tante cose, soprattutto di tanto affetto, attenzioni  e diritti. Oggi è arrivato il suo trasferimento in una casa famiglia: ci chiediamo se abbiamo fatto abbastanza per lui e come sarà il suo futuro…  Con la sua presenza siamo stati di esempio per tante famiglie e in alcune è nato il desiderio di essere famiglia acolhedora (che accoglie) e alcune coppie hanno già dato la loro disponibilità per accogliere il prossimo Raimundo, quando, e se, ce ne sarà il bisogno.

Natale
non é bianco
non è un albero
non è un regalo
non è un vestito
non è una pallina
non è una bibita
non è una mezzanotte
non è un giorno solo..
Natale è OGNI giorno
è ogni volta che si rinasce diversi dopo aver fatto un incontro
è ogni volta che apriamo le porte del nostro io per diventare noi
è ogni volta che riconosciamo che Gesù non è una statuetta ma può essere un bambino, un anziano, un adulto, un uomo o una donna, uno straniero, un vicino di casa o uno sconosciuto
Natale siamo noi,
quando lo vogliamo,
 quando lo facciamo accadere.
 
TANTI AUGURI da Chicca, Damiano e Isacco
Con noi si uniscono agli auguri anche Carolina, Maria, P. Claudio, P. Daniele e P. Orazio

martedì 20 dicembre 2011

Un bradipo in Cidade Olimpica

Il bradipo non é un animale di città. Vive nella foresta e con la sua straordinaria lentezza si muove di albero in albero per mangiucchiare foglie e insetti. Un giorno, non si sa come, ne è apparso uno nel giardino di una signora di Cidade Olimpica. E dopo poche settimane, come é arrivato, é anche sparito. Con una velocità disarmante per un animale cosi lento... Ecco il divertentissimo video del ritrovamento e del tentativo di portarlo a terra...

sabato 3 dicembre 2011

Newsletter 14 - Un anno da professor

Scrive Damiano
Newsletter 14: “I 3 del mese”
3 dicembre 2011: Un anno da professor!

La prima volta che sono entrato all’Azulão con il fischietto al collo era il 23 di marzo. Era la mia prima lezione di basket in Brasile! Ero agitato: uno, perché non avevo la minima idea di quello che mi aspettava; due, perché tutto mi sarei aspettato dell’esperienza missionaria in terra maranhense, meno che dover riprendere in mano una palla da basket! Entro dal cancello della scuola con un poliziotto armato che mi fa passare, passo dal piccolo corridoio che c’é tra l’edificio scolastico e l’alto muro di cinta, supero con agilità una cascata d’acqua che fuoriesce dalla cassa sopraelevata e vedo davanti a me la palestra: resto a bocca aperta! à
Antefatto.  Il progetto sportivo iniziato in Cidade Olimpica con il nostro arrivo, prevedeva la danza capoeira, la pallavolo, il calcio e il basket. Mentre nei primi tre casi, non avevamo problemi di spazi per svolgere le attività, con il basket tutto è risultato più difficile. Abbiamo così stretto una collaborazione con le due scuole pubbliche di Ensino Fundamental (gli 8 anni di elementari e medie italiane) di Cidade Olimpica. In una siamo entrati con il nostro allenatore per organizzare il calcio a 5, nell’altra (l’Azulão) é toccato a me con il basket. Naturalmente tutto organizzato a livello burocratico, un mio registro presenze, un piccolo rimborso spese (che ovviamente avrei reinvestito nel progetto sportivo) e un programma di lezioni che prevedeva: tre pomeriggi alla settimana per le classi che frequentano scuola al mattino, e un mattino alla settimana per due classi del pomeriggio. Da marzo a dicembre (il periodo scolastico brasiliano). Sembrava una cosa semplice e ben organizzata dalla preside della scuola… sembrava…

Quando vedo la palestra il mio primo giorno di scuola, non ci posso credere! Un centinaio di alunni scatenati dentro, altrettanti intorno, qualcuno che entra dall’alto muro di cinta, ragazzini, giovani, adulti… nessun responsabile! Un caos totale disorganizzato! Preso dallo sconforto entro in campo, fischio due o tre volte, nessuno si accorge della mia presenza. Lancio un paio di urla e così quelli che avrebbero avuto lezione in classe, si diradano. Restano alcuni giovanotti dalla faccia poco raccomandabile che avevano scavalcato solo per giocare un po’ a calcio e i bambini di 10-11 anni: quelli che dovevano partecipare a basket. Sono 10-20-30 e via via aumentando… Sembra la Carica dei 101! Arrivo a contarne una 90ina… Pazzesco! E io dovrei far basket con 90 alunni?? Vado dalla preside, che nel frattempo avrebbe dovuto darmi gli elenchi per l’appello e i palloni della scuola. Di elenchi nemmeno l’ombra e di palloni neppure! La preside guarda la situazione e mi dice: «non si preoccupi professore! Questi ragazzi vanno divisi tra lei e la professoressa di scacchi!». Il che significava: 45 minuti un gruppo di 45 alunni, poi il cambio, e altri 45 minuti con gli altri 45! E quando ho scoperto che quei 90 erano praticamente di due classi soltanto, lo sconforto aveva già preso il totale sopravvento!
I primi tempi sono stati i più duri: i palloni me li sono dovuti portare da casa, lezioni anche con più di 50 alunni, gli adolescenti e gli adulti che scavalcavano per usare la palestra mi insultavano perché non li lasciavo entrare, quelli delle altre classi, se non avevano lezione, entravano senza il minimo rispetto, le battute e le risatine contro gli italiani o sul mio portoghese grezzo non mancavano… E le cose sono andate peggiorando. Carrellata: 1.pietre, forchette, cd, oggetti vari venivano lanciati dall’esterno del muro di cinta alla palestra (con il caldo che c’é, qui le palestre hanno il tetto, ma sono aperte ai lati in alto), mettendo a rischio l’incolumità di tutti noi (fortuna o destino, non si é mai ferito nessuno). 2.La preside ha cominciato a mettere gli orari di educazione fisica degli altri profe sormontati ai miei… dovevo dividere la mia palestra con 50 alunni, con un altro professore e la sua classe di altri 50 alunni! Professore che tra l’altro non ha voglia di far niente e il più delle volte, usciva, entrava nella sua macchina e usava il cellulare… lasciandomi in balia di 100 belve scatenate! (in più di un’occasione mi sono trovato a far basket nella sala mensa, tra l’ilarità generale delle cuoche che mi vedevano disperato!) 3.l’inoltrarsi della stagione delle piogge ha fatto sì che in più di un’occasione piovesse dentro. Finché un giorno di fine maggio non si é staccato un pezzo di lamiera del tetto, che é volato in palestra senza ferire nessuno, ma così, quando pioveva, diventava un’avventura… vere e proprie pozzanghere dappertutto… (anche perché un acquazzone all’Equatore ha una discreta potenza!). 4.non racconto di quando la professoressa di scacchi non arrivava a scuola… fare lezione con una 90ina di alunni va al di là dell’impossibile!
Il tutto aggiunto ad un’organizzazione scolastica pessima. Da marzo e fine giugno sono riuscito a tenere 4 lezioni in una settimana solo una volta (a metà giugno). Nelle altre occasioni tra scioperi, feste inventate, assemblee e scuole chiuse senza motivi certi, non ci sono mai riuscito! Arrivavo a scuola, non c’era nessuno e me ne tornavo mesto mesto in casa… In luglio (durante il mese di vacanza) é cambiata la direzione e il nuovo preside ha un po’ lasciato da parte il progetto. In settembre siamo ripartiti, ma con pochi alunni (una quindicina), solo i pomeriggi e senza palestra, data solo al professore svogliato di ed.fisica. Oggi giochiamo tra la strada e un piazzaletto di cemento in leggera discesa, con un tombino rialzato e pericoloso nel mezzo e naturalmente senza il canestro (vedi foto qui sopra). I pochi ragazzi rimasti si divertono e mi ascoltano. É difficile, ma fino a fine dicembre continuiamo, poi l’anno prossimo si vedrà!
Un bilancio? È stata un’avventura. I primi tempi, la Chicca mi diceva al ritorno a casa: «Meno male che sei tornato vivo anche oggi!». Alla fine con tutti questi alunni, era praticamente impossibile insegnare il basket! Il mio é stato più un lavoro sociale: “i ragazzini sono in palestra, cosí almeno non sono in strada!”. Mi sono affezionato molto, soprattutto ad alcuni di loro, e tutti mi chiamano professor o tio (anche in giro per le strade della città). La speranza è che qualcosa sia rimasto e che nel futuro, con un po’ di esperienza in più, si possa lavorare meglio.
Ps.proprio ieri é arrivato l’assegno con il rimborso spese da marzo a giugno… meglio tardi che mai!!
Con un po’ di nostalgia per il freddo  (qui sempre e solo caldo…), vi mandiamo un grande abbraccio e un ciao a tutti! Buon Avvento!
Damiano, Chicca, Isacco e Raimundo

Altre foto

Proprio in questi giorni stanno terminando (riprenderanno in febbraio) i progetti che abbiamo accompagnato come responsabili in questo anno 2011: il progetto Vida Nascente, con le mamme in gravidanza e il progetto sportivo con i ragazzini di capoeira (nella foto e nel video realizzato da Maria, compagna di viaggio in Missione), calcio, basket e pallavolo.

 

Scorci del Residencial Nestor, bairro povero a 500 metri da Cidade Olimpica

 CIAO CIAO CIAO CIAO

giovedì 3 novembre 2011

Newsletter 13 - Un nuovo amico

Scrive Isacco
Newsletter 13: “I 3 del mese”
3 novembre 2011: Un nuovo amico

Ciao a tutti! Sono Isacco!
Questo mese mi è successa una cosa bellissima! Il giorno della festa dei bambini (12 ottobre, ndr), tutti i bambini ricevono un regalo, io ho chiesto un fratellino a mamma e papà! E proprio quel giorno è arrivato… Raimundo! È arrivato con padre Orazio, aveva solo due vestiti, una maglietta con i buchi sotto il braccio e un paio di pantaloni a macchie, non aveva nemmeno le mutande… lui ha sei anni ma è alto come me e la cosa che mi ha colpito di più è che ha una pancia gigante. Raimundo mi ha detto che ha i vermi dentro la pancia e che la sua mamma è all’ospedale col suo fratellino più piccolo, ha i vermi pure lui… Mentre il suo papà non l’ha mai conosciuto.
Quando siamo arrivati a casa, Raimundo ha cominciato subito a giocare con me e con i miei giochi e da quel giorno siamo diventati grandi amici: lui mi chiama “Pequeno”  (piccolo) e io lo chiamo Bambino… si vede che il nome Raimundo proprio non mi piace… a volte lui è un po’ strano: all’inizio continuava ad andare a farsi la doccia, una volta la mamma l’ha trovato che si lavava i denti col sapone, si dondola sull’amaca come un matto e quando mangia usa le mani e si riempie il piatto sempre due volte!
Il giorno che siamo andati a comprare il computer nuovo, Raimundo ha scoperto che ci sono porte che si aprono da sole e scale che salgono e scendono mentre le persone stanno ferme, ha capito anche che le cose che ci sono nei negozi non si possono prendere senza pagare, soprattutto le caramelle del negozio dei bom bom. La mamma e il papà non sapevano più come fare per corrergli dietro e farlo stare tranquillo! Quando ci siamo seduti per mangiare ha leccato tutte le foto del listino, si è tolto le ciabatte e è salito su alcuni tavoli.. il mio amico Bambino è davvero divertente!!! Quando è arrivato il papà con il vassoio con i panini, le patatine e la coca, stava per mangiare tutto, ma poi si è fermato e ha impacchettato un po’ di cibo per tenerselo per cena… Mamma e papà gli hanno detto che a cena avremmo mangiato dell’altro e allora ha finito velocissimo tutto e poi ha voluto portarsi a casa tutte le immondizie per poter giocarci… che matto che é!
La cosa più bella di Raimundo è che lui ride sempre e non piange mai! E poi continua a parlare, parlare, parlare e ancora parlare. Fa un sacco di domande, è curiosissimo e quando faccio i compiti lui sa sempre le risposte prima di me! Da quando è con noi ha imparato anche a scrivere il suo nome e va a scuola: la sua maestra ha detto alla mamma che prima non ci andava quasi mai e da quando è con noi si comporta bene, è educato e chiede sempre por favor e dice sempre obrigado (grazie)! La sua maestra gli ha regalato perfino un paio di pantaloni e una maglietta e noi gli abbiamo dato uno zainetto e un quaderno.. oltre ai miei vestiti e alle mie mutande…
A volte il mio amico è anche preoccupato e un po’ triste come quella volta che a scuola hanno consegnato il latte in polvere, due sacchetti ciascuno.. Raimundo ha detto che aveva paura che il latte lo prendesse la sua mamma, ha detto che lui non ha mai bevuto il latte perché la sua mamma lo vende sempre. Così quando l’abbiamo portato a casa ogni tanto lui apriva la credenza per vedere se il latte era ancora li! La mamma di Raimundo vende sempre tutto, ha venduto tutte le cose che avevano in casa… così lui ha chiesto al mio papà cosa vende delle cose che abbiamo in casa per vivere… poi ha visto il computer e ha detto di aver capito! Secondo lui il computer è la macchina che crea i soldi… booo?!
Un giorno siamo andati anche noi a vedere la sua casa di fango, ma io non ho capito bene qual era perché la cosa che ho visto non mi sembrava proprio una casa… secondo me non piaceva nemmeno a lui perché non l’ha neanche guardata, invece era felicissimo nel farmi vedere le due grandi piante di mango, dove si arrampicava, con dei bei manghi quasi pronti per essere mangiati!
Quando alla sera andiamo a dormire, il papà ci racconta una storia e poi diciamo insieme una preghiera: Raimundo prega sempre per i bambini ammalati, senza casa, che non hanno da mangiare e sono senza mamma… mi sa che un bambino così lo conosco anch’io…
Siamo tutti davvero contenti di avere con noi Raimundo per un po’ di tempo: ora sta bene, ha preso le medicine e fatto i vaccini, la pancia non è più grande come prima e soprattutto in un mese è cresciuto quasi due chili! Anch’io ho imparato tante cose con lui: parlo portoghese e so salire da solo sull’amaca!

L’unica cosa che mi domando è: 
                                                                                                            
……………………..e se quel giorno avessi chiesto un’astronave????????
CIAOOOOOOOOOOOOO!!!
Isacco con mamma Chicca, papà Damiano e Bambino Raimundo
Ps. É passato il nostro primo anno di Brasile! Come vola il tempo…….


 Domenica 30 ottobre abbiamo festeggiato il giorno della Parrocchia nella comunità di Santana. S.Messa in mezzo alla foresta, giochi organizzati, staffette, caccia al tesoro, pranzo e bagno dei bambini nel fiume dentro alla foresta… che meraviglia!





lunedì 31 ottobre 2011

30-10-2011 - Il Giorno della Parrocchia

È tradizione qui a Cidade Olimpica festeggiare il Giorno della Parrocchia, un giorno in cui tutti parrocchiani di tutte le comunità e pastorali, si riuniscono per celebnrare una Messa e passare una giornata spensierata, con musica, giochi, caccia al tesoro, picnic e relax. Ecco il video del Giorno della Parrocchia 2011, che si è svolto nel verde di Santana.

lunedì 3 ottobre 2011

Newsletter 12 - E se mi leggessi... una Bibbia?

Scrive Damiano
Newsletter 12: “I 3 del mese”
3 ottobre 2011: E se mi leggessi….. una Bibbia?

La nostra Parrocchia sta intraprendendo il cammino delle Sante Missioni Popolari. E così, moltissimi dei nostri parrocchiani si stanno preparando all’evento missionario (con l’invito a partecipare casa per casa) che accadrà tra maggio e giugno del 2012. Cidade Olimpica è grande e, compresi gli altri quartieri circostanti, dove ci sono altre comunità parrocchiali, si arriva a quasi 100mila persone… I missionari coinvolti della Parrocchia sono ad oggi circa 300, indubbiamente pochi, ma il numero continua a crescere.
In questo periodo è stato organizzato lo studio biblico. Tutti i lunedì sera, una biblista di rilievo di São Luis (Martha Bispo) spiega un brano del Vangelo per i 300 missionari, che poi il successivo venerdì sera andranno a  commentare con i vicini di casa o con altre persone non legate alla Parrocchia. È un primo passo verso la Missione casa per casa. Venerdì scorso, siamo stati invitati al Menino Jesus, comunità piccolissima seguita da Padre Orazio, vicino a casa nostra. Qui in Chiesa alla Messa, vanno pochissime persone (se sono tante, 15). Il quartiere (Vila Nestor) è nuovo, ha pochissimi anni di vita, ancora molte case di fango e non ancora molte chiese evangeliche.
Sono le 18.30, buio e polvere. Arriviamo a casa di Luis, il parrocchiano modello per la comunità. Luis è ministro della Parola (cioè può celebrare la Messa quando don Orazio non c’è), ministro dell’Eucarestia, responsabile della comunità. La mamma di Luis (dona Maria) ha le chiavi della Chiesa del Menino Jesus. Le figlie di Luis (3 su 5) animano le Messe e partecipano al gruppo adolescenti e giovani della comunità, dove da poche settimane siamo animatori io e Chicca. Insomma, arrivando da Luis, pensiamo che lo studio biblico sia in casa sua. Lui, i figli, la moglie e noi 3. Invece ci dice di aver combinato lo studio con altre famiglie… e cosí ci dividiamo… che storia! Cosa significa? Andiamo a leggere la Bibbia e a commentarla in casa di persone che non conosciamo, che dovrebbero essere cattoliche ma che non partecipano, che hanno ricevuto questa proposta e ci stanno aspettando. Luis va con sua figlia più piccola (Kikita, 11 anni), la Chicca va con un figlio di Luis, una nipote, Isacco e la figlia più grande (17 anni, Eliane), io vado con Kekê (vedi foto qui sotto), mitica 13enne che, vedendo i miei occhi dubbiosi, con la sua Bibbia sotto il braccio mi dice: “non ti preoccupare, ci penso io!”.
Noi 2 (che strana coppia!) arriviamo in casa di dona Benedita. In casa ha già una coppia distinta che le sta illustrando dei libri e delle brochure per far successo nella vita… venditori ambulanti anche qui, ma, ascoltandoli, sono più venditori di sogni… vabbé… noi aspettiamo una ventina di minuti, poi i due se ne vanno, ma la distinta signora, sull’uscio, chiede: “ci ha detto dona Benedita che avete studio biblico. Bello! Anch´io sogno di farlo in casa mia… e non preoccupatevi, la signora è molto in gamba come professora (insegnante)”. Io guardo la tipa e rispondo: “guardi che non è dona Benedita la nostra professora, ma è questa ragazzina qui”. La signora resta esterrefatta e se ne va più dubbiosa che altro…
Cominciamo e subito Kekê prende la parola: ci fa fare il Segno della Croce, diciamo il Padre Nostro e propone un canto: Eu navegarei. Un canto di invocazione allo Spirito Santo. Finché cantiamo, io penso che questa qui ha 13 anni, cioè è nata nel 1998!! Incredibile… finisce la canzone. Iniziamo la lettura della Bibbia. Vangelo di Matteo, concetti difficili: perdono, scandalo, pecorella smarrita… Kekê prende il suo quadernino e ci legge tutto d’un fiato il commento che si era scritta il pomeriggio… poi parliamo e discutiamo: io (29 anni), dona Benedita (minimo 50) e lei, Kekê, 13enne, che mastica la Bibbia come fosse una qualsiasi rivista di gossip in Italia. Chiudiamo con un canto dedicato a Maria e ce ne torniamo a casa. Ma prima di andare, le dico: “sai Kekê, che bello vederti conoscere la Bibbia così. In Italia la Bibbia non è molto usata, non tutti la conoscono e soprattutto i giovani, molto spesso, non sanno nemmeno come sia fatta!” e lei risponde stupita: “davvero? e come fanno a vivere?”. E senza risposta, vado a prendere Chicca e Isacco e, ancora ammagliato da questa ragazzina del ’98, me ne torno a casa……
Questo qui sopra è quello che avevo scritto prima del 25 settembre, già pronto per la newsletter. Poi però il 25 settembre c’è stato il Meeting Adolescenti a Verona… 6mila adolescenti e giovani al Palasport per pregare insieme: ci hanno telefonato (per noi erano le 6.30 del mattino), li abbiamo visti in diretta streaming e ci hanno fatto emozionare e pensare… è vero, i nostri ado forse non hanno sempre la Bibbia sotto il braccio e non la conoscono a memoria come qui, ma credono anche loro nello stesso Gesù e gli vogliono bene come gli ado di qui… ecco come fanno a vivere! Lo devo dire a Kekê…  

Una esperienza da raccontare
Regiane ha 3 figli (nella foto a destra si vedono le 2 femminucce), una delle quali denutrita e accompagnata dalla Pastoral da Criança. Ha un marito che è scappato di casa per andare da un’altra donna. Non ha un lavoro. Vive in una casetta di fango: 3 metri per 2. Dentro ha un letto che occupa quasi tutto lo spazio, un’amaca, un fornelletto, una gallina e una tv di cui funziona solo l’audio e non il video. Non ha l’acqua corrente, l’elettricità arriva tramite un filo posticcio e poco rassicurante. Caldo, mosche e zanzare la fanno da padrone. Fuori c’è un pozzo fondo dove pesca l’acqua per lavarsi: acqua marroncina e piena di rane… c’è un buco che funge da bagno… c’è un ambiente non sicuro, dove i vicini per sopravvivere rubano tutto quello che si può rubare (a sinistra c’è una casa di fango senza tetto… perché in pieno giorno, con il proprietario assente, qualcuno gli ha rubato la copertura in eternit!). Per bere c’è un pozzo a 200 metri da casa sua, con l’acqua che arriva a giorni alterni. Regiane aveva un altro pezzetto di casa di fango, ma le piogge di qualche mese fa gliel’hanno abbattuta…
Come Fondazione e Parrocchia, questo caso è molto seguito. Cerchiamo di accompagnare Regiane e i figli, ma cerchiamo anche di vedere se lei riesce ad arrangiarsi, a darsi da fare per uscire da questa situazione. Il fine settimana del 17-18 settembre, abbiamo deciso di andare a ricostruirle il pezzo di casa mancante… è che io, Chicca, Isacco e il signor Bernardo (anziano signore della Parrocchia) potevamo fare ben poco da soli… e cosí ecco l’idea! Abbiamo telefonato ad un gruppo di adolescenti-giovani della Parrocchia… sono i Giovani Missionari, magari loro ci potevano aiutare. 3 soltanto il sabato, tutto il gruppo la domenica. Incredibile come loro non potessero nemmeno immaginare che potesse esistere un posto come quello a 2 km da casa loro… non volevano crederci! Isacco giocava con i 3 figlioletti, Chicca e il suo braccio destro Hilneth facevano la spola da casa con acqua fresca e cibo, noi abbiamo costruito la base in legno, abbiamo iniziato a impastare e posizionare il fango, abbiamo vissuto due giorni duri, sotto il sole cocente, in un ambiente poco confortevole… ma ci siamo divertiti da matti! Gli adolescenti sono uguali in tutto il mondo! E sono bellissimi! (sotto le foto della costruzione…)
Ciaoooooo, a presto, prestissimo! Buon ottobre missionario!
Damiano, Chicca e il super Isacco



7 settembre: festa dell’indipendenza del Brasile. Grande parata per le vie di Cidade Olimpica. La scuola di Isacco sfila con i bambini vestiti come gli schiavi africani, perché il tema sviluppato dalla sua scuola quest’anno è: “riscatto storico e riscoperta delle radici africane del Brasile” 
7 settembre: compleanno Damiano… e come consuetudine, anche qui ha ricevuto una festa a sorpresa in casa… (anche se alcune delle persone di questa foto non sappiamo nemmeno chi siano…!)
 Passeggiata in mezzo alla natura con Rosa e don Daniele

Nebbia, Neve, Tigre e Volpe... Li hanno abbandonati in un sacchetto di plastica dietro a casa nostra… potevamo lasciarli lì?
Il cammino di Raffaella (con suo figlio) nella Fazenda da Esperança procede tra alti e bassi… La sua forza di volontà è tanta e noi dell’equipe andiamo a trovarla ogni mese.
Nella foto con noi, ci sono anche Hilneth e suo marito Claudio
Incontri ravvicinati del primo tipo... con il BOA e con il CAIMANO!(x fortuna entrambi cuccioli)

CIAO A TUTTI!