mercoledì 4 luglio 2012

Bumba Meu Boi: le feste Giunine a São Luis


Newsletter 21: Golasso!!


Scrive Damiano
Newsletter 21: “I 3 del mese”
3 luglio 2012: GOLASSO!!

"Balotelli... Balotelli… Balotelli... Golassoooooo!!”.  Italia-Germania, Europeo di calcio. L’ennesima vittoria  in semifinale contro i tedeschi. Stavolta vista per la prima volta da italiani in terra straniera, su una tv brasiliana che ha mostrato l’intera competizione europea. E quel gol (enfatizzato alla brasiliana, golaço = gol spettacolare!), quell’urlo del commentatore soffocato dal grido di noi, noi italiani che non ci siamo mai sentiti tanto italiani come in questi giorni. E questo Europeo è diventato ben presto motivo di dialogo, di incontro, di scambio. Sì, perchè l’Italia vinceva e Cidade Olimpica, il nostro bairro di periferia di São Luis, non ne restava estranea: qui la televisione è molto importante e molto usata. Fondamentalmente per due motivi: le telenovele e il calcio! E allora per una nazionale come quella italiana che vinceva, faceva eco un popolo, quello brasiliano, che ci fermava per le strade e chiedeva: “allora l’Italia? Vince?”, “ma quel Balotelli quanto è matto?”, “per te ce la farete?”. E sono nate conoscenze nuove davanti a quella che a Verona chiameremmo la classica ciacola da bar.  Poi il finale è stato quel che è stato, ma l’Italia del calcio non l’abbiamo mai sentita così “nostra” come in questo periodo…
Ma voglio fare un passo indietro e ripartire dall’inizio, da quella che non era solo una semplice telecronaca. È sabato 30 giugno e vado a vedere l’allenamento dei bambini del progetto sportivo. Squadra maschile dagli 8 agli 11 anni. Un progetto nuovo: martedì, giovedì e sabato mattina allenamento di calcio, mercoledì pomeriggio incontro con una assistente sociale per un’educazione alla società, alla cura dell’ambiente e della natura, per piccole attività ricreative e sociali. E una volta al mese l’incontro di una psicologa o di altri esperti con i genitori. Già 25 bambini in campo dopo 3 settimane dall’inizio di questo nuovo progetto e un successo oltre alle aspettative. Arrivo al campo e sento questo:  “Balotelli... Balotelli… Balotelli... Golassoooooo!!”.  Di nuovo! É Tiago a far gol, 10 anni. Dopo di lui la stessa scena: gol di Eron. Al terzo tentativo la palla non entra e la parata del portiere risuona con il nome di Julio Cesar, numero 1 del Brasile. Ritorno sulla terra, ma per un attimo mi sono stupito. I bambini del progetto sportivo che sto portando avanti emulano i campioni del calcio italiano. Finisce l’allenamento e offro un passaggio al piccolo Eron: 9 anni, ma ne dimostra 5. Minuscolo, rapido, mancino, capace di far gol a ragazzi di 11 anni, ma fisicamente molto più avanti di lui. Mi racconta che ama il calcio e che guarda tutte le partite. Io e l’allenatore Pedro dobbiamo fermarci per costruire due porte in legno di un nuovo campo, per un’attività che inizierà la settimana prossima. Eron viene con noi. Ci aiuta e gioca, tocca tutto e parla di calcio a non finire, finchè non telefona la mamma preoccupata. Lo porto a casa e trovo una bella famiglia: edificio di mattoni, mamma e papà insieme e realmente interessati a dov’era il figlio. Mi fermo a conversare con loro: si parla ovviamente di calcio, ma mi è utile per attaccar bottone e conoscerci meglio. Poi il dialogo va sulla capoeira, la danza che organizziamo con il progetto sportivo. Non vogliono il figlio in strada e oltre alla scuola e al calcio, vorrebbero impegnarlo anche in un’altra attività: venerdì Eron inizierà capoeira.
Il progetto sportivo sta trovando la sua dimensione. Il calcio ha la prevalenza: nel maschile la squadra Under 11, quella Under 13, l’Under 15 (che ha appena terminato senza infamia né lode il campionato di São Luis di categoria), l’Under 18. Nel femminile la squadra che va dai 14 anni in su. In tutti sono un centinaio i ragazzi allenati da Pedro. La capoeira funziona in 4 comunità della Parrocchia (in totale con una cinquantina di bambini) e la prossima settimana inizierà in due nuovi centri in due comunità vicine a Cidade Olimpica. Il basket dipendeva dalle palestre delle scuole, ma purtroppo la scuola quest’anno è appena iniziata (con 5 mesi di ritardo!!!) e per noi sembra non ci sia spazio: troppe le ore da recuperare in tutte le materie! La pallavolo funziona per lo più per gli adolescenti in tre comunità.
Il progetto sta andando bene e lo leggo negli occhi di Pedro. Lui è soddisfatto, allena per noi di giorno e alla sera per arrotondare va in centro a São Luis (3 ore di autobus tra andata e ritorno) dove è impegnato per un’altra società. Con lui ci si confronta, si trovano soluzioni, offre consigli importanti e ama il mestiere che fa. E poi è un amico: ci ha invitati al suo matrimonio (eccolo nella foto qui a lato con Susy), facciamo lunghe chiacchierate, si parla molto di calcio (lui mi chiede del mio Hellas, io del suo Palmeiras. Entrambi lodiamo le nostre squadre, anche se in cuor nostro sappiamo che potremmo fare molto di più!). Ma che il progetto funzioni lo leggo anche negli occhi di 4 ragazze che si allenavano con noi: oggi giocano nell’Internacional, squadra di São Luis semiprofessionistica che disputa il campionato del Maranhão. Le hanno viste, ce le hanno chieste, le fanno giocare. Anche se due allenamenti alla settimana li fanno ancora con noi. Infine mi piace vedere la soddisfazione di Betinho, uomo di fiducia della Parrocchia, quando parla di suo figlio Alcemilto (detto Nenê). Il ragazzo, 14enne, ha iniziato come portiere con noi, ma poi il Macau Esporte Clube, squadra professionistica di São Luis, lo ha visto all’opera. A fine dell’anno scorso giocava già nell’Under 14 loro, quest’anno ha vinto il campionato di categoria del Maranhão da titolare e proprio in questi giorni si sta giocando il titolo brasiliano a Salvador di Bahia (1600 km da casa), con visionatori di tutto il mondo che stanno seguendo questo torneo. “Chissà che l’anno prossimo non giochi nel Milan…”, mi dice sempre Pedro. Qui storie di ragazzi che vengono selezionati e vanno a giocare al Sud (dove c’è più ricchezza e ci sono le squadre più importanti del Brasile) o all’estero, sono all’ordine del giorno: solo un anno fa una squadra inglese aveva pescato nel Maranhão tre ragazzi 14enni e li aveva portati a giocare per un anno (o chissà quanto) in Europa. È il sogno di tanti ragazzi e di tante famiglie: il figlio fa fortuna con il calcio, la famiglia viene mantenuta e un giorno il ragazzo, mosso dalla saudade, ritornerà a casa. É la storia della maggioranza dei brasiliani che giocano in giro per il mondo. E una mamma in una riunione che facevamo 15 giorni fa in una scuola lo diceva: “voglio che giochi a calcio, anche perché magari può fare carriera”. É strana come frase con un figlio di 8 anni, ma quando non hai nulla o hai poco, speri sempre che tuo figlio possa avere qualcosa di meglio…
E il progetto sportivo è anche questo. È sì, togliere i ragazzi dalle strade, dar loro un’attività, la possibilità di praticare uno sport e restare lontani dalle gang, dalla droga, dall’alcool. È insegnare le prime regole, l’importanza del gruppo, il rispetto di sé stessi e degli avversari. Ma è anche, senza illudere nessuno, creare aspettative, sperare in un futuro migliore, guardare a questo futuro senza limitarsi al quotidiano, ambire a un risultato. Il che, e la storia insegna, non è così utopistico. E allora è ancora più bello vedere questi bambini sognare ad occhi aperti, con indosso la maglia di Balotelli e urlare forte al cielo: “Golassoooooooooooo!!!”. 


Lasciandovi con un po’ di foto del Bumba Meu Boi, l’evento folcloristico e culturale più importante del Maranhão (molto più del carnevale), vi salutiamo e vi ringraziamo per il sostegno (non solo economico) che continuate a darci!!

Ciao a tutti
Isacco, Chicca e Damiano

FESTE GIUNINE 2012 – BUMBA MEU BOI
CON I GIOVANI DELLA PARROCCHIA

 
IN CIDADE OLIMPICA

 
NELLA SCUOLA DI ISACCO - VEDI VIDEO
IN CITTÁ A SÃO LUIS - VEDI VIDEO













martedì 3 luglio 2012

Bumba Meu Boi - Scuola di Isacco

Feste giunine 2012: ecco il video della Scuola Educando, asilo frequentato da Isacco