martedì 3 maggio 2011

Newsletter 7 - Bilancio dopo i primi 6 mesi

 Sono passati 6 mesi! Siamo arrivati l’8 novembre… E il tempo ci sembra davvero volato! è già passato un Natale, un ultimo dell’anno ed ora anche una Pasqua! E che Pasqua! Celebrazioni vissute davvero profondamente e quella Via Sacra (qui non si chiama Via Crucis…) dal vivo che resterà sempre nei nostri cuori per le emozioni enormi che ha creato. Prossimamente sul blog in portoghese della parrocchia (http://paroquiadasantissimatrindade.blogspot.com/) caricheremo i video! Intanto la foto qui a fianco, giusto per far capire quanto è stato sofferto il cammino di Jesus!
La vita brasileira procede a gonfie vele. Il progetto sportivo ha continuamente risvolti nuovi e positivi: sono nate squadre maschili e femminili, per ragazzini, ma anche per adolescenti e giovani. Il calcio ha un sacco di partecipanti di ogni età: d’altronde siamo in Brasile! Il basket nelle scuole è un’avventura, spesso difficile e impegnativa, ma resta una bella sfida! La capoeira (danza/lotta di origine afro) conta moltissimi bambini dai 5 ai 14 anni. La pallavolo sta lentamente prendendo piede, soprattutto tra le ragazze e le bambine.
La Chicca procede le visite con la Pastoral della Criança ed è sempre più inserita nel Progetto Vita Nascente (vedi foto qui sotto), con le ragazze in gravidanza e lentamente già mamme. Isacco va a scuola con gioia. Con noi parla italiano, ma ci siamo resi conto che con gli altri bambini parla già un po’ di portoghese…
A livello di Pastorali, come famiglia ci stiamo inserendo in due gruppi adolescenti/giovani vivendo gli incontri con i ragazzi e magari aiutandoli nella preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid (in agosto due giovani della nostra parrocchia saranno ospitati proprio a Verona). C’è l’intento di partecipare allo Studio Biblico e infine vediamo se riusciremo a partecipare anche agli incontri della Pastorale Famigliare della nostra Comunità (che si chiama Jesus Misericordioso).

Con questa newsletter, c’è l’intenzione di tracciare un bilancio di questi primi 6 bellissimi mesi in terra brasiliana, partendo proprio dalle gioie, dalle amarezze, dalle paure, dalle aspettative quotidiane….
Il primo periodo è servito sicuramente per entrarci dentro… Personalmente non avevo nessuna aspettativa, né sogno da esaudire… Vivere per capire, per comprendere un popolo diverso da noi, con tradizioni, modi di esprimersi, aspettative, spesso davvero all’opposto dalle nostre italiane.
Non nascondo che il primo periodo mi sono sentito un po’ a disagio… Perché non c’era niente da fare… la lingua, qualche riunione o Messa, ma poi… in casa… con la paura iniziale in cui non sai se puoi uscire a piedi o no… con la macchina ferma nel garage perché non sai dove andare perché non conosci le strade… con una lingua che non conosci e quindi non sai cosa dire alla gente, anche perché non la capisci… Con il tempo si è risolto tutto! Anche grazie a Flor di Maria, la ragazza che ha vissuto con noi le prime settimane, e grazie all’ottimo rapporto che si è creato con i Padri. E grazie soprattutto all’aumento degli impegni e delle corse da fare: così ho ricominciato la vita che mi piace tanto!! Anche perché stare fermo a guardare, non faceva per me…

Vita di famiglia. I primi tempi eravamo spesso insieme e a questo non eravamo molto abituati… è stato bello e… originale! Ora che gli impegni aumentano, non abbiamo molti momenti per stare insieme solo noi 3… abbiamo trovato nel giovedì pomeriggio l’unico momento della settimana in cui entrambi non abbiamo impegni. Per questo il giovedì lo dedichiamo a noi 3, ad andare a fare qualche giretto insieme al piccolo Isacco! E devo dire che staccare la spina qualche oretta a settimana non fa mai male!
Davvero molto belli sono i momenti di cena, incontro, film tutti insieme, il sabato o la domenica sera con i Padri e con Maria e Carolina…
Significativo e, per me, “una piacevole novità” è il momento del martedì mattina con la preghiera insieme (Equipe Missionaria insieme ad alcuni laici della nostra Parrocchia). Ogni 15 giorni inoltre abbiamo in programma una riunione d’Equipe, per parlare di cose concrete, per programmare, ma anche per riflettere su alcuni temi. Si tratta di un bel momento di condivisione e corresponsabilità tra sacerdoti e laici.

Amarezze. L’amarezza più grande è dettata dal clima di violenza e paura che c’è in ogni strada… Qualche settimana fa abbiamo chiacchierato tutta sera fino alle 23 con Marcele e Bianca, seduti per terra, in Rua 11, sulla rampa d’accesso del nostro cancello. È stato davvero bello! Anche perchè è da queste piccole cose che si instaura un rapporto, che ci si conquista la fiducia reciproca e che alla fine si cresce insieme… Fossimo entrati in casa, sul divano, alla luce del neon, tutto sarebbe stato diverso, forse più freddo…  Però tutti e 4 abbiamo passato tutto il tempo della chiacchierata  a guardare in fondo alla via, dietro all’angolo, dall’altra parte… con la paura non detta che da un momento all’altro poteva accadere qualcosa. Che tristezza! E poi ogni tanto si sente che è stato ammazzato qualcuno, ogni tanto ci dicono che di notte ci sono state sparatorie, e gli episodi di violenza sono continui (anche a livello famigliare)… che dire? Solo che resta davvero grande amarezza e un grosso senso di impotenza… le riunioni contro la violenza fatte in Parrocchia, qualche articolo e fumetto sul giornalino parrocchiale, il parlarne anche in assemblee pubbliche fa un po’ aumentare la speranza…

Gioie.  Il resto è tutta una gioia! Il calore e il colore della gente, il sentirsi sempre ben accolti, il vedere che la gente ci accetta e capisce che non siamo qui perché ci sentiamo migliori di loro… Questa era una mia paura prima di partire… Un prete arriva in Brasile e fa… il prete… Ma per un laico è diverso… la gente del posto può dire: “siamo già in tanti laici, tutti impegnati nella comunità, cosa serve la vostra presenza?”. Invece finora non è mai stato così… E’ vero che noi non siamo arrivati per colonizzare, ma comunque siamo davvero stati accolti con entusiasmo e la nostra presenza è ben accetta!

Difficoltà. Una delle maggiori è proprio quella del capire i tempi brasiliani… esempio. Un incontro sarebbe alle 5 del pomeriggio, viene spostato alle 6, alle fine inizia alle 7 e se ci vai magari non è nemmeno l’incontro che avevi marcato!! E la gente è tranquilla, non si scompone, non si arrabbia… è abituata all’imprevisto! E di imprevisti qui ce ne sono infiniti… I primi tempi mi arrabbiavo da morire, ora ho capito come va e so che devo accettare questa precarietà di fondo…  Però è difficile da accettare, soprattutto dopo 28 anni in Italia, dove la vita è uno schema stabilito dall’agenda e spesso nulla può/deve andare storto…
Un’altra difficoltà è legata al nostro modo di vedere le cose. Troppe volte ti viene la voglia di intervenire, di dire “no, così non va!”, di correggere o di migliorare quello che i brasiliani fanno… Poi ti fermi e ti domandi se è veramente questo il tuo ruolo… e allora preferisci aspettare e vedere se ci arrivano da soli… Anche se su alcune cose, secondo me, non si può stare in  silenzio: soprattutto per quel che riguarda l’educazione (praticamente non esiste il “grazie”, il “per favore”…) e la gestione dei rifiuti…

Aspettative. Quando ero in Italia, il mio desiderio di andare in Missione era frenato anche dalla necessità di avere un “dopo” al mio impegno là… Così siamo partiti quando nelle nostre attività sapevamo di lasciare dietro di noi persone in grado di non far cadere quanto di buono costruito in vari anni di lavoro. E qui uguale. Questa è la mia unica aspettativa… lavorare, costruire, accompagnare le persone, darmi da fare, ma ogni giorno pensando al giorno che io non sarò più qui… è inutile mettere in piedi qualcosa, se poi quella cosa non riesce a camminare da sola una volta che tu non ci sei più…

Conclusioni:
Adesso come adesso mi sento a casa… Ci sono dentro a questa realtà, mi piace essere qui e (a parte le stagioni, il freddo, la natura che cambia…) dell’Italia non mi manca nulla (forse anche le strade migliori, l’andare allo stadio, la pearà e la piadina romagnola con il prosciutto crudo! Eh eh!). 

Ciao a tutti, alla prossima newsletter!
Ps. Qui sotto un po’ di foto e un video…

é cominciato il progetto di rinforzo scolatisco PEO

 Damiano filma la via crucis con i ragazzi della Pastorale della Comunicazione
 Chicca partecipa al corso di Cucina Maranhense
 é iniziata la capoeira... Questo il maestro Hailton con alcuni bambini...





























domenica 1 maggio 2011

1 maggio: Romaria dei Lavoratori

È tradizione in São Luis festeggiare il primo maggio, giorno internazionale del Lavoratore, con una Romaria (pellegrinaggio) sulla strada principale che esce dalla città per andare verso l'interno dello Stato del Maranhão. La Romaria é di circa 8 km e si conclude con una Santa Messa. Moltissimi coloro che vi hanno partecipato e che hanno cantato e ballato tutto il tempo, nonostante la pioggia e il derby di Rio (Vasco-Flamengo) in tv! Qui sotto un video fotografico dell'evento, a cui ha partecipato, camminando molto, anche il piccolo Isacco!